“Una ragazza affidabile” di Silena Santoni

Buongiorno amici lettori sappiate che da oggi in tutte gli store fisici e digitali potrete trovare l’esordio di Silena Santoni con Giunti: Una ragazza affidabile è un romanzo dalle tinte nere e rosa. 

Agnese torna a Firenze, sua città natale, per sbrigare delle incombenze burocratiche. Per fare ciò deve necessariamente rincontrare sua sorella maggiore Micaela donna eccentrica che ha sempre vissuto come voleva facendosi trascinare dalle sue emozioni. Agnese invece ha vissuto la sua vita come doveva: brava negli studi che completa, un uomo che si prende cura di lei e che stima e due figlie unite. Questo incontro riapre le ferite del passato mai rimarginate: le maschere si sgretolano e la vera natura delle protagoniste viene mostrata. In un’alternanza di passato e presente vediamo sullo sfondo il movimento femminista italiano a cui aderirà interamente Micaela, vedremo gli anni di Piombo che hanno terrorizzato il nostro paese il tutto accompagnato da un’atmosfera di inquietudine. La morte del cugino Sergio, grande amore di Agnese, e di Luca, fidanzato di Micaela con rapporti di amicizia con le frange estreme del terrorismo, dividono le due vite irrimediabilmente. 

Ho avuto il piacere di incontrare Silena da Giunti, qui a Milano lunedì mattina. 

Mi ha stupito sapere che lei non fosse affezionata a queste due donne ma che provasse solo un’umana pietà, che è figlia unica e quindi ha scritto di due sorelle per indagare in quel rapporto che, da sorella maggiore, posso dire essere pieno di alti e bassi. L’autrice sostiene che sia il romanzo del caso in cui la volontà e l’impegno poco centrano: una serie di fatalità porterà le due protagoniste a vivere due vite da sconosciute. Lei definisce il suo stesso romanzo un’opera sulla banalità del caso con due protagoniste negative: Agnese tragica e Micaela fallita. Gli autori, per esperienza, tendono a difendere i loro personaggi da tutto e da tutti e mi ha sorpresa che lei stessa le attaccasse con tanta schiettezza e franchezza. Una donna forte che parla della sua generazione e degli imprevedibili carnefici. 

Uno stile maturo che a tutto fa pensare tranne che ad un esordio, sia per la trama che per la costruzione di questa. Io narrante creato per far affezionare il lettore e poi ribaltare le situazioni con un colpo di scena finale inatteso lasciano un senso di vuoto e smarrimento a fine della lettura. La costruzione tra passato e presente e l’alternanza di capitoli tra Firenze e una gita in montagna danno ritmicità alla lettura facendo pensare che sia stato scritto come un copione cinematografico anche perché in alcuni momenti sembra proprio che ci siano delle inquadrature, dei tagli per far vedere al lettore solo quello che si vuole. 

Sarebbe stato interessante indagare di più su Agnese e sul perché non vuole accettare le sue ferite e le sue fragilità. 

È un romanzo noir che si distingue dai thriller e dai gialli sia per la costruzione sia per il campionario umano che ci mostra e racconta: non c’è adrenalina, non c’è sangue, c’è solo un’atmosfera di precarietà, di paura e di ribellione. Racconta la Storia italiana in funzione della trama rendendola così tremendamente credibile.

Consigliato sicuramente a un pubblico che ama la suspance ma non la violenza e il sangue.

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“Osservatore Oscuro” di Barbara Baraldi

Buongiorno amici lettori!

In questa giornata di ritorno alla normalità dopo il ponte pasquale vi voglio parlare di uno dei thriller italiani meglio costruiti tra quelli da gennaio ad oggi.

Sto parlando di Osservatore Oscuro di Barbara Baraldi edito da Giunti.

Il romanzo è il seguito di Aurora nel buio.

Nella certosa di Bologna viene ritrovato un cadavere con tatuato sul torace il nome di Aurora Scalviati, giovane profiler della polizia di Sparvara dal passato complicato e oscuro. Interrogata per ore dai colleghi capisce di dover combattere l’indifferenza e il sospetto di questi. Nel frattempo tornano gli incubi, la sua vita privata viene sconvolta e il passato busserà alla sua porta rendendo le persone che ama un bersaglio per un pericoloso serial killer. Aurora grazie al suo intuito, la sua caparbietà e i suoi fantasmi riuscirà a vincere l’ennesima sfida che la vita le pone davanti.

Barbara Barladi, nota agli amanti del fumetto per le sue opere, scrive un romanzo che sa di thriller ma non fonda la trama sulla suspance e sui colpi di scena, quanto sull’introspezione dei personaggi che, in questo secondo capitolo, crescono e maturano scontrandosi con una realtà che inevitabilmente li porterà a fare i conti con loro stessi.

Aurora risulta a tratti più riflessiva e testarda, pronta ad affrontare i fantasmi che si porta dietro dall’adolescenza. Un ritmo veloce, ma non frenetico che permette al lettore di mettere insieme i pezzi e portare avanti una sua indagine personale che verrà tranquillamente distrutta dal finale.

Uno stile molto americano sia per il modo di raccontare l’indagine sia per il linguaggio che è schietto e vero. Si vede che l’autrice conosce quello che racconta e in questo secondo capitolo a mio avviso riesce a rendere Aurora più vera: non la descrive solamente come una donna dal passato difficile poco incline alle regole, ma come una ragazza che ne ha passate tante e che l’unica cosa che vorrebbe è togliersi l’armatura che si è costruita addosso e lasciarsi sussurrare “Andrà tutto bene”, un po’ come ognuno di noi.

Consigliato a chi ha già letto Aurora nel buio e agli amanti del genere che troveranno nell’autrice uno dei pochi esempi di thriller italiano ben costruito dalla prima all’ultima pagina.

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Ovviamente fatemi sapere cosa ne pensate voi e se avete titoli di quest’autrice da consigliarmi per continuare la sua scoperta!

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Wrap Up: Marzo 2018

Buon lunedì dell’Angelo amici lettori e buon Aprile!

Come ogni mese iniziamo con il WrapUp! delle letture del mese appena concluso.

Le collaborazioni sono state delle scoperte continue:

Ringrazio Giunti editore per L’osservatore oscuro di Barbara Baraldi: un thriller avvincente, veloce e ben scritto. Nessun dettaglio è casuale, anzi serve per aiutare il lettore ad arrivare alla conclusione. Uno stile molto americano che l’autrice fa funzionare. Secondo capitolo con protagonista Aurora, si rivela, a mio avviso, più bello e completo del primo perchè riesce a dare una completezza ai personaggi.

Ringrazio Augh! Per due letture molto diverse tra loro.

La prima è Solstizio di Luca Franzoni: un thriller, ispirato a Stephen King, che racconta le conseguenze del Solstizio sulle persone. Con l’autore chiacchiereremo insieme giovedì 12 aprile al Cafè Milano di piazza Durante, 16 Milano.

Il secondo libro è stato una sorpresa graditissima: primo romanzo di Francesco Nucera Ernesto – Genesi di un eroe (qui trovate la mia recensione a Le mille facce della stessa moneta). Un distopico originale per trama, costruzione e personaggi: in un’Italia divisa da regime totalitarista e per niente tollerante verso le diversità Ernesto lascia i panni di ragazzo di buona famiglia per quelli di eroe nazionale cercando di riunire sotto un unico governo il Bel Paese che ha dimenticato come si accolgono le diversità per arricchirsi e non per distruggersi.

Terza e ultima collaborazione per questo mese è stato Raccontami di te di Maria Chiara Monaco edito da Casa Editrice Kimerik: una buona storia d’amore tra due adolescenti, ma ho trovato delle carenze di trama e degli aspetti trascurati o dati troppo per scontato. Una lettura ben scritta che risulta piacevole. Vi spiegherò meglio nella recensione apposita.

Ho inoltre letto parecchio di Adelphi:

La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell: un romanzo divertente, a tratti assurdo, con l’equilibrio perfetto tra descrizioni e dialoghi. Personaggi divertenti che sono credibilissimi. Ben scritto: una lettura piacevole e veloce grazie allo stile ironico e avvincente.

Seconda lettura targata Adelphi è stata Marie aspetta Marie di Madeleine Bourdouxhe: una donna schiava della quotidianità e dei doveri, piena di paure, si riscopre solo nell’atto del tradimento verso il marito. Una donna che aspetta se stessa e fatica a riconoscersi.

Ultima lettura di questa casa editrice è stata La sovrana lettrice di Alan Bennet: irriverente, divertente e dal finale sconvolgente questo romanzo breve cattura il lettore e lo farà morire dal ridere.

Ho poi approfittato della collana in collaborazione tra Corriere della sera e Iperborea e ho letto Luce d’estate ed è subito notte di Stefánsson: lento, non sono riuscita ad entrare in empatia con nessuno dei personaggi, privo di una conclusione. Non mi è assolutamente piaciuto e vi spiegherò meglio il perchè nei prossimi giorni.

A Tempi di Libri ho acquistato A misura d’uomo di Roberto Camurri edito NNEditore: una serie di racconti che si intrecciano, scontrano e concludono insieme. Un filo rosso che li collega e rende le mille sfaccettature dei personaggi che crescono tra le pagine assumendosi le varie responsabilità.

Ho inoltre acquistato Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera di Roberto Venturini edito SEM: una storia d’amore nata da degli incontri occasionali che viene poi distrutta dalla routine quotidiana. Un romanzo dalla trama molto semplice ma dai molteplici significati nascosti.

Al BookPride ho acquistato il primo numero della rivista Freeman’s edita Black Coffee: un’idea geniale quella di una rivista con racconti collegati da un unico tema di attualità. Merita una lettura.

Ultima lettura per Marzo è stato Lacci di Domenico Starnone edito Einaudi. Un romanzo breve che racconta le bugie, i tradimenti, l’amore, gli sbagli di una coppia come tante che forse è rimasta insieme solo per i figli e per l’abitudine d’amarsi che per l’amore vero.

Sto inoltre finendo C’è un cadavere in biblioteca di Agatha Christie che sarà il libro ponte per questo mese.

Fatemi sapere se avete letto qualche titolo e quale di questi più vi incuriosisce. Cliccando i link sui titoli dei libri verrete rimandati direttamente alla pagina Amazon per l’acquisto e, grazie al programma di affiliazione, potrete aiutarmi a crescere.

Da domani troverete ogni giorno una recensione dei libri prima accennati.

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Non mi resta che augurarvi buona lettura!

“Princesa e altre regine” da un’idea di Concita De Gregorio

Buongiorno amici lettori!

Oggi parliamo di Princesa e altre regine da un’idea di Concita De Gregorio edita Giunti, che ringrazio sempre di cuore per la disponibilità.

Io con le canzoni di De André ci sono cresciuta e in particolare con le canzoni dedicate alle donne. Sono state la colonna sonora di un’adolescenza che non è mai facile.

Quel “Continuerai a farti scegliere o sceglierai?” mi è entrato dentro ed è, credo, la bussola che guida le piccole decisioni che a ventitré anni, quasi ventiquattro, prendo quotidianamente.

Un cantautore che, ancora oggi, è uno dei pochi ad aver capito che la fragilità di noi donne è la nostra forza, il non fermarci e l’andare oltre le apparenze, le parole, le promesse non mantenute fanno di noi il sesso forte. In un momento storico in cui si alza la voce per non rimanere nell’ombra e che rivendica quella parità per troppo tempo non ottenuta.

Le donne di De André prendono vita in queste pagine tra parole e immagini, accompagnati dalla melodia del cantautore venti donne, tra cui Concita De Gregorio, Ursula Ferrara, Sara Colaone per citarne alcune, che rendono giustizia alla femminilità e all’essere Donna senza retorica, senza femminismo, senza colpe o accuse, ma con la forza della parola, dell’immagine.

Un omaggio ad un uomo da donne che si sono riscoperte nelle sue canzoni, che si sono fatte consolare, incoraggiare e amare da quelle parole sussurrate. Donne che hanno deciso di scegliere, di essere le artefici del loro destino senza “se” e senza “ma”.

Donne che non hanno paura di essere tali e alzano la voce in modo che vengano sentite.

Un regalo perfetto per ognuna di noi perchè privo di retorica o dell’omaggio fine a se stesso a un grande della nostra storia musicale. Venti racconti che ridanno alla figura della Donna la sua natura dai mille colori.

Un libro, a mio modesto avviso, che non può mancare in cui qualsiasi persona si può riconoscere e può riconoscere le donne che animano la sua vita.

Come avrete capito lo consiglio con tutto il cuore per quello che simboleggia in questo momento storico: un uomo che ha rispettato la natura femminile che riceve da questa un omaggio più unico che raro. Infatti si trovano racconti illustrati e storie scritte.

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“La prima ora del giorno” di Anna Martellato

Buongiorno amici lettori!

Oggi vi parlo de La prima ora del giorno, romanzo d’esordio di Anna Martellato edito da Giunti che ringrazio per la disponibilità e opportunità.

Zoe. giovane PR, nel momento più importante per la sua carriera rimarrà incinta. Tra un collega, Nicolò con cui è in perenne competizione, la nonna Anna e l’isola di Rodi Zoe viaggerà tra le sue emozioni, le sue paure per conoscersi e conoscere la vera storia della sua famiglia scoprendo quella forza e quella dolcezza che solo la fragilità sa regalare.

Un libro dolce che racconta il viaggio di una ragazza presa solo da se stessa e dalla sua carriera, tanto da non rendersi conto dei suoi sentimenti e di quelli delle persone che la circondano. Una nonna forte, moderna e ricca di storia che non ha avuto una vita semplice: scappata agli orrori della Seconda Guerra Mondiale cerca di fare da guida alla nipote senza imporsi o urlare, ma mostrandole le sue paure e raccontando i suoi segreti, anche quelli più oscuri e dolorosi. Tra l’Italia e l’isola di Rodi si incontrano due generazioni diverse di donne che hanno saputo combattere prima di tutto contro loro stesse per poter essere felici. Un romanzo che racconta anche di come la vita ad un certo punto ti riporti alle tue origini e alle tue vere priorità in modo che non ti possa dimenticare mai veramente chi sei.

Ho apprezzato le atmosfere, ma ancora di più la contrapposizione tra carriera e vita privata. Ad oggi troppo spesso si dimenticano gli affetti, l’amore, la famiglia a favore di una carriera brillante, del salire la scalinata fino ad arrivare in alto. Ma poi? Cosa resta? Alla fine della corsa quante cose si sono lasciate indietro? Quanti “Ma” e “Se” ci cullano prima di addormentarci la sera? Quanto è grande il vuoto che per paura non abbiamo voluto vedere? Alla fine saremo davvero completi?

Ecco questo libro secondo me parla anche di questo, di come serva equilibrio tra tutti gli aspetti della nostra vita per essere davvero felici.
Consigliato a chi sa apprezzare una bella storia d’amore verso se stessi.

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“Wonder” di R.J. Palacio

Wonder di R.J. Palacio edito da Giunti Editori è uno dei libri più belli che si possano leggere sull’accettare le diversità altrui.

Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film con Julia Roberts.

August, detto Auggie, alle prese, non solo con il primo anno di scuola media, già di per sé difficile, ma anche con difficoltà di essere diverso. Auggie, infatti, a causa di una malformazione craniofacciale, sindrome di Treacher Collins che lo ha obbligato a lunghi periodi in ospedale, ha studiato a casa con la madre. Per la prima volta si trova a doversi confrontare con i pregiudizi e la cattiveria dei suoi coetanei che deriva da quella dei genitori. Tra amici, due genitori sempre pronti a tutto, una sorella che dovrà superare le sue paure Auggie non solo riuscirà a farsi accettare ma creerà anche una rete di supporto e protezione contro quelle persone che inevitabilmente proveranno sempre a ferirlo.

Un libro adatto a grandi e piccini perchè privo di quella retorica che fa pensare “poverino”. L’autrice R.J. Palacio, pseudonimo di Raquel Jamillo, rende con uno stile diretto un romanzo che affronta temi molto delicati e di cui normalmente si parla con un tono politically correct. Un romanzo che mostra come i pregiudizi siano facilmente superabili se ci si pone nella posizione di conoscere ciò che differenzia noi dagli altri.

È conoscere e vivere delle situazioni simili che crea quel senso di appartenenza e di gruppo che migliora.

Un testo che mi ha commossa, svuotata e fatto fare un bell’esame di coscienza e la sua forza è proprio nel sembrare un libro per bambini quando in realtà va letto in qualsiasi fase della vita e più volte.

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Il contrario delle lucertole – Quattro donne, un solo destino

Buon venerdì amici lettori!

Visto il Week-end che bussa alla porta io vi consiglio, in pieno spirito Bookcity (di cui vi lascio qui il link del mio articolo su Parole a ColoriIl contrario delle lucertole di Erika Bianchi edito da Giunti, che ringrazio.

Un romanzo più unico che raro che vi anticipo già potrebbe essere nella mia top 10 per questo 2017.

Si parte dall’epilogo e riavvolgiamo il nastro intorno alla vita di Isabelle: la incontriamo che è mamma di due figlie, che ha un fratellastro e un matrimonio fallito alle spalle. In un Caffè francese si chiede se ha commesso uno sbaglio a non andare al funerale di quello che le è sempre stato detto essere suo padre. Figlia di Lena e di un padre che padre non è mai stato.

Da qui assistiamo alla storia di una famiglia, che famiglia non è ricca di segreti, di amore, di non detti, di dolori, di segreti e incomprensioni. Sempre accompagnati dalle figure femminili, da biciclette scopriamo che è difficile essere madre se non si è state prima figlie e che ai genitori non si perdona, quasi, mai niente.

Un romanzo che conquista per la sua umanità: tanti sentimenti che inondano il lettore rendendolo empatico, in particolare con Isabelle, che solo alla fine mostrerà il perchè di come si è comportata nella vita.

È un romanzo umano: il destino e gli errori che si ripropongono nelle generazioni successive fino a quando qualcuno non ha il coraggio di osare e cambiare il suo destino.

L’autrice sorprende per lo stile quasi fiabesco, ma non banale. Una storia da leggere tutta d’un fiato che rende bene l’idea di come gli errori dei genitori ricadono sempre sui figli, ma allo stesso tempo dimostra la forza delle donne in ogni sua sfumatura: Isabelle, indomabile e sicura di sé, Cecilia che pur ossessionata dal demone del cibo riesce a trovare la forza di uscirne, o così sembra, e Marta che con coraggio decide di amare e di cambiare rotta a quel destino che la voleva come la madre.

Se in altre opere non ho apprezzato questo espediente narrativo che porta l’autrice a partire dalla fine, qui sostengo che sia la vera chiave del successo di questa storia: i personaggi ci vengono presentati immediatamente nella loro più imperfetta umanità ed è impossibile staccarsi da queste pagine senza sapere come va a finire.

Consigliato a chi ama le storie famigliari e a chi ama le grandi figure femminili.

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Fatemi sapere se lo avete letto, se avete intenzione di leggerlo e cosa ne pensate.

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Non mi resta che augurarvi buona lettura e se volete l’articolo con la mia top 10 del 2017 fatemelo sapere nei commenti!

A presto amici lettori!