Eccoci qua! Il primo mese di questo nuovo anno è appena finito e come al solito ecco il WrapUp! delle mie letture di gennaio.
Iniziamo con i libri che mi sono stati omaggiati da autori e case editrici e poi con le mie scelte!
Vi ricordo che dei libri più belli letti troverete le recensioni sul blog durante il mese di febbraio e restate sintonizzati perchè da domani troverete tantissime novità!
Potete trovare i miei consigli anche su Parole a colori dove vi aspetta un mio nuovo articolo.
Siete pronti? Allora bando alle ciance e iniziamo
Il primo libro è stato A due passi da te di Irene Stasi che ringrazio. Il libro è edito dal Gruppo Albatros nella collana Il Filo. Un romanzo intenso che non è come sembra. Una ragazza costretta a crescere troppo in fretta che solo grazie a Parigi, alla sua prima migliore amica e al suo primo amore riuscirà a godersi a pieno la sua vita. Sappiamo tutti che il destino è sempre in agguato. Mi è piaciuto proprio perchè non mi aspettavo il finale. È stato sconvolgente leggere le ultime pagine ed è stato questo a rendere il mio giudizio positivo.
Altra collaborazione con Augh! che come sempre ringrazio per il supporto mi ha portata a leggere Chiusa in gabbia di Roberto Bagnato: un thriller letto in una giornata che mi ha messo ansia. Non nego di averlo letto col bisogno di sapere come sarebbe andata a finire la storia di Emily. Essendo un thriller direi che ha tutte le carte in regola per competere con i grandi nomi del genere. Ho apprezzato l’accuratezza delle informazioni riguardanti l’ipnosi, il non avere lasciato nulla al caso e non aver portato nulla all’esasperazione. Unica nota dolente, ma per mio gusto personale, è il finale aperto. Non sono un’amante di questa genere di finale però capisco che la storia si presta bene a un seguito e quindi su questo aspetto sospendo momentaneamente il giudizio per vedere cosa accadrà.
In collaborazione con Fazi ho letto Otto mesi a Ghazzah Street di Hilary Mantel. È la storia di una donna costretta, per seguire il marito, a trasferirsi in Arabia Saudita e a fare in conti con una società in cui le donne non sono solo vittime ma anche complici. Mi aspettavo qualcosa di più, è come se al romanzo mancasse quel qualcosa in più per farmi dire “Wow”. Eccellente come in qualsiasi opera targata Fazi è la traduzione che in nessun punto risulta forzata ed è opera di Oneto a cui vanno i miei complimenti!
Io invece ho deciso di leggere Diario d’inverno di Paul Auster, di quest’autore ho anche finito 4321 di cui però vi parlerò in modo più approfondito non appena avrò recuperato qualche opera in più. Edito da Einaudi Diario d’inverno è un profondo esame di coscienza, forse dello stesso autore con il quale il protagonista ha alcune similitudini, che, con una narrazione in seconda persona, ripercorre la sua vita tra successi, fallimenti, affetti e traslochi. Tutta la narrazione si basa sulle reazioni del corpo ai vari avvenimenti. L’ho apprezzato perchè trovo che sia stato un romanzo che da molti spunti di riflessione sulle nostre vite.
Nel mese appena trascorso ho iniziato anche due saghe, definiamole così: la prima è stata quella de I Bastardi di Pizzofalcone edito sempre Einaudi di Maurizio de Giovanni. Da questo romanzo è stata tratta la serie RAI omonima. I protagonisti sono gli agenti di polizia del commissariato di Pizzofalcone che, qualche mese prima, era stato protagonista di uno scandalo. Il nuovo gruppo, proveniente da altri commissariati della città di Napoli, si ritrova a dover far fronte alle varie indagini e ai pregiudizi che li accompagneranno. Carino ma come tanti altri. Non ho trovato nulla che mi facesse dire “Voglio andare avanti con la lettura”. Vedremo se leggendo il seguito riuscirò ad apprezzarlo meglio.
L’altra saga è quella di Lemony Snicket edita Salani. Sto parlando di Una serie di sfortunati eventi. Ho letto i primi due volumi: Un infausto inizio e La stanza delle serpi. Snobbato per anni, riscoperto grazie alla omonima serie Netflix e mi ha conquistata. Il black humor, una narrazione teatrale e il continuo succedersi di disavventure rende questa lettura non solo piacevole e adatta a un pubblico più piccolo, ma affascinante e piena di spunti.
A gennaio ho ufficialmente esaurito il repertorio di John Williams, di cui vi ho parlato di Stoner, Augustus e prossimamente di Nulla, solo la notte, con Butcher’s Crossing. Tutti i romanzi sono editi Fazi. Questa volta l’autore descrive una spedizione di caccia ai bufali in Kansas. Il giovane Will Andrews alla ricerca di se stesso e di un’avventura finanzia questa spedizione di cui fanno parte altri tre uomini. L’intero viaggio sarà accompagnato dalla natura indomita che in alcuni momenti sarà la vera antagonista dei protagonisti. Torneranno, ma nessuno di loro sarà più come prima. Ancora una volta un romanzo di Williams che fa sognare e che cattura. Non all’altezza dei suoi due grandi capolavori, ma sicuramente una lettura piacevole e consigliata.
Libro lacrima del mese è Wonder di R.J. Palacio, edito Giunti. Da questo romanzo è stato tratto recentemente l’omonimo film con Julia Roberts. August, detto Auggie, è un ragazzino di undici anni affetto dalla sindrome di Treacher Collins, che per la prima volta si trova a dover affrontare l’ambiente scolastico e i pregiudizi e le cattiverie dei suoi coetanei derivanti dall’ignoranza degli adulti. Un romanzo semplice, privo di retorica che rimette il giudizio sulle apparenze nella giusta prospettiva.
Ultimo libro è stato Lincoln nel Bardo di George Saunders edito Feltrinelli. Passando tra i pensieri dei vari spettatori ripercorriamo un po’ la vita del presidente Lincoln dalla morte del primogenito fino alle difficili scelte politiche. Un libro intenso che pur con alcune scelte narrative discutibili, lascia il segno per l’empatia che crea con il lettore. La morte, in fondo, è la malattia di chi resta.
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Non mi resta che augurarvi buona lettura!